Metodologia
Viene stilato un profilo personale di ogni atleta: ogni giovane viene reso consapevole circa le proprie abilità e viene stimolato a individuare e riconoscere i propri punti di forza e quelli da potenziare. Gli allenamenti sono articolati in sessioni di lavoro mirate al raggiungimento di specifici obiettivi: miglioramento del gesto tecnico unitamente al potenziamento delle capacità condizionali e di concentrazione. Inoltre, viene dato sistematico risalto al lavoro “sotto pressione”, ovvero in condizioni di gioco difficili nelle quali spesso il portiere viene a trovarsi.
Il movimento più significativo del portiere (la parata) è un gesto esplosivo e di destrezza che richiede abilità specifiche da allenare con metodologie appropriate. Il percorso tecnico è organizzato secondo stazioni di allenamento ognuna creata per il perseguimento di uno specifico obiettivo, ovvero modalità di lavoro di tipo tecnico-coordinativo, analitico e situazionale. La preparazione atletica per il bambino, per il giovane in fase di maturazione e per l’adulto deve essere trattata in modo specifico rispettando precisi obiettivi e tappe legate allo sviluppo e alla crescita.
L’intento deve essere quello di permettere al giocatore evoluto di allenarsi nel miglior modo possibile e con il più vasto range di esercizi senza che esso si trovi ad essere limitato da tappe motorie non correttamente acquisite nel corso del tempo. È questo il fine che, con la nostra metodologia, cerchiamo di perseguire. L’obiettivo per i giovani portieri è, e deve essere, quello di integrare all’allenamento tecnico un mirato e preciso allenamento atletico individualizzato sulla base della fase evolutiva in cui il bambino o ragazzo si trova (età biologica), sulla base della categoria di appartenenza (età cronologica) e sulla base dei pregi e limiti fisico-motori individuali. A ciò si affianca il lavoro di allenamento mentale inteso a facilitare tale iter operativo.
Quanto premesso suggerisce l’utilizzo di una batteria di test studiati per avere indicazioni precise sulle diverse capacità del soggetto. In questo modo possiamo definire un “profilo” delle abilità del giovane portiere e delineare con più precisione l’allenamento che andremo a proporre. Questo modus operandi indica allo staff le scelte da fare nella programmazione dell’allenamento ma permette anche ai giovani portieri di prendere coscienza delle proprie abilità di performance e di monitorare i propri cambiamenti nel corso della stagione e degli anni.
Il primo intento dell’allenamento atletico nelle “fasi sensibili” della crescita è quello di mettere il giovane portiere in continua difficoltà motoria in modo da permettergli di conoscere sé stesso e il proprio corpo così da diventare sempre più abile ad adattarsi velocemente a compiti motori continuamente più complessi. Il fine ultimo di questa metodologia vuole fornire un processo di crescita integrata tra abilità coordinative e condizionali in forma generale che cresceranno parallelamente alle abilità tecniche e che diventeranno sempre più specifiche e legate al ruolo del portiere.
L’allenamento mentale avviene sia in modo contestuale allo svolgimento della preparazione atletica e tecnica che attraverso sessioni mirate. Viene redatto, attraverso la somministrazione di questionari, un profilo delle abilità mentali e dello stile di apprendimento indispensabile per articolare la sequenza di esercizi in maniera mirata rispetto alle caratteristiche personali di apprendimento. Per dare ulteriore rinforzo alla crescita della propria “consapevolezza corporea”, gli allenamenti vengono integrati con sessioni di arti marziali cinesi, in particolare kung fu Shaolin e thai-chi.
Il lavoro del preparatore mentale si affianca a quello dei tecnici durante lo svolgimento degli esercizi ed è concepito come stimolo a facilitare il corretto svolgimento degli esercizi. Inoltre, è costruita anche una “mind work station” dove vengono svolti allenamenti volti al potenziamento dell’efficacia mentale applicati a situazioni di gioco ( parate, uscite,guida della difesa, ecc.)Una delle specificità della metodologia è caratterizzata dall’utilizzo di esercizi svolti a occhi chiusi,nell’intento di potenziare la capacità di “visualizzare” l’azione prima di realizzarla.